Roma
Edizioni di Storia e Letteratura
p. 140
Hanno retto dimore e corti, hanno ispirato la penna dei letterati e sono state concretamente attive nel mantenimento del potere. Ai capi opposti dell’Italia rinascimentale – tra la corte mantovana dei Gonzaga e i territori dei nobili siciliani – una dinastia di donne ha difeso possessi ed elaborato strategie, prendendo il posto delle figure maschili quando mariti e figli partivano – e perivano – per servire l’imperatore. Di molte di loro si conoscono i nomi e, a tratti, anche le vicende; di altre quasi nulla. Eppure, quelle donne si trovarono agli snodi di una rete politica italiana e sovranazionale tra gli inizi del Quattrocento e gli anni Quaranta del Cinquecento, nella Napoli aragonese e nella Sicilia non ancora castigliana.
Il saggio prende in esame gli intrecci culturali e politici derivanti dalle strategie matrimoniali di alcune grandi famiglie italiane dell’epoca, in un momento di particolare effervescenza della Penisola. Dai principali archivi della corte mantovana dei Gonzaga, qui esaminati con un nuovo sguardo, emerge con evidenza il ruolo degli accordi per la discendenza nelle scelte diplomatiche della nobiltà meridionale alla ricerca di un rinnovato rapporto con l’imperatore per il governo del territorio. Un contributo di ampio respiro sulle relazioni tra la Sicilia, Napoli, Roma e Firenze, e su un’Italia che ancora non si riconosceva del tutto nel segno degli Asburgo.
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