P. Conte, «Il più grande male dell’umanità». Alexander von Humboldt nell’abolizionismo francese dei primi dell’800

2021

FrancoAngeli

180 p.


Per oltre 20 anni Alexander von Humboldt fu impegnato nella redazione dei numerosi volumi del suo monumentale Voyage aux régions équinotiales, opera nella quale narrò del leggendario viaggio compiuto fra 1799 e 1804 nei territori americani. Tuttavia, quel racconto non riguardò solo la ricostruzione delle avventure trascorse oltreatlantico, né si limitò a fornire i seppur importanti risultati scientifici dei suoi studi, ma fu sensibilmente condizionato dall’evoluzione dello scenario politico internazionale del primo quarto di secolo e, soprattutto, si concentrò non poco sull’analisi delle condizioni sociali delle popolazioni dei territori visitati.

Ricostruendo le vicende editoriali di tale fatica ed il contesto politico in cui prese corpo non tanto il viaggio, ma appunto la sua ricostruzione, questo lavoro illustra la centralità della questione della schiavitù negli interessi dell’intellettuale prussiano. Attraverso i suoi scritti, infatti, egli operò con grande coerenza – seppur non senza contraddizioni – per suggerire, in sintonia con gli ambienti dell’abolizionismo francese nei quali era pienamente inserito, una concreta soluzione per la fine dell’orrore della schiavitù. Una battaglia, questa, sulla quale sarebbe non a caso ritornato addirittura nel 1856, pochi anni prima della morte.

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