“Storia del matrimonio, storia delle relazioni familiari” – Daniela Lombardi – Università di Pisa

Gli studi sul matrimonio sembrano aver subito un calo in questi ultimi anni. Più che ai rapporti matrimoniali le ricerche recenti prestano attenzione a una molteplicità di legami familiari non necessariamente basati su vincoli di sangue o sulla coppia eterosessuale, ma aperti a relazioni affettive informali, non strutturate. Qui mi limiterò ad accennare ad alcune linee di ricerca, prevalentemente nell’ambito degli Stati italiani di età moderna1, a eccezione di due interessanti volumi di sintesi e di comparazione europea, in lingua inglese, di cui uno esteso ai paesi dell’Europa orientale2.

Il tema della conflittualità familiare non pare aver perso di rilevanza. È significativo che la rivista Annales de démographie historique abbia in programma per il 2020 un numero dedicato a Séparations et divorces. In Italia si stanno finalmente analizzando le cause di separazione della prima metà dell’Ottocento grazie ai lavori di Andrea Borgione su Torino e dello storico del diritto Stefano Solimano sul Regno d’Italia napoleonico3.

Lavoro, dote e proprietà femminili continuano a essere al centro di numerosi studi che mettono l’accento sul ruolo fondamentale svolto dal lavoro femminile, nonostante la sua invisibilità, nell’economia delle famiglie di ceto popolare, rurali e urbane, e sull’importanza della dote durante tutto il ciclo di vita familiare – e non solo all’inizio e alla fine della vita di coppia – dato che rappresentava una risorsa (uno scrigno) cui attingere nei momenti di crisi della famiglia4. Il lavoro è stato associato all’amore in un interessante libro, uscito postumo, di Edith Saurer, partendo dalla constatazione che entrambi, nel corso dell’Ottocento, diventano “pilastri della vita”, dando avvio alle discussioni e alle lotte sia per il diritto al lavoro che per il diritto all’amore5. Un’altra recentissima raccolta di saggi analizza, tra l’altro, le molteplici forme di lavoro svolto a casa, che a partire dal XVIII secolo sono state sempre più marginalizzate e separate dal mondo del lavoro e tuttora in gran parte considerate come non-lavoro6.

I legami parentali esterni alla coabitazione sotto lo stesso tetto sono da tempo oggetto di studio, ridimensionando l’idea di un nucleo familiare chiuso in sé. Anche le coppie, prevalentemente dei ceti medio-bassi urbani, che andavano a vivere per conto proprio mantenevano strette relazioni con le famiglie d’origine: di lavoro, di cura, di aiuto reciproco7. Ma sono in particolare i legami orizzontali ad attirare l’attenzione, come ovvio in un sistema demografico di alta natalità e alta mortalità. Gli studi di Sandra Cavallo e Benedetta Borello hanno messo in luce i vincoli di solidarietà, e non solo di conflittualità, tra fratelli e sorelle, zii e nipoti, sia tra le élites che tra i ceti artigiani cittadini8. Rappresentano una novità le ricerche sull’adozione che Marina Garbellotti e Maria Clara Rossi vanno raccogliendo con tenacia da alcuni anni, contribuendo ad ampliare l’indagine alle relazioni familiari non basate su vincoli di sangue e a cogliere, seppur tra mille difficoltà, la complessità dei rapporti tra genitori adottivi e figli, caratterizzati sia da interessi economici che da sentimenti di affetto9.

Non c’è dubbio che la storia della famiglia sia particolarmente influenzata dall’attuale dibattito pubblico in Italia. Ne sono un’ulteriore conferma gli studi sulle relazioni omosessuali10 e sulla violenza familiare11. Nonostante l’infittirsi delle pubblicazioni e le consapevolezze acquisite dalla storiografia a proposito della non naturalità della famiglia e della varietà delle sue forme, non vedo purtroppo ricadute significative del nostro lavoro sul dibattito pubblico.

Note

Per una dettagliata rassegna storiografica rinvio a Marina Garbellotti, La famiglia: un concetto, tante storie. Percorsi e prospettive di ricerca, in Nicoletta Bazzano (a cura di), Quadri d’insieme. La storiografia italiana negli ultimi vent’anni (secc. XV-XVIII), Roma, Villa, in corso di stampa, che ringrazio per avermi permesso di leggere il suo saggio.

Silvia Sovič, Pat Thane, Pier Paolo Viazzo (a cura di), The History of Families and Households. Comparative European Dimensions, Leiden-Boston, Brill, 2016; Silvana Seidel Menchi (a cura di), Marriage in Europe, 1400-1800, Toronto, University of Toronto Press, 2016.

Andrea Borgione, Il Risorgimento tra moglie e marito. Le separazioni coniugali a Torino (1838-1865), in “Passato e Presente”, 105, 2018; Stefano Solimano, Amori in causa. Strategie matrimoniali nel Regno d’Italia napoleonico (1806-1814), Torino, Giappichelli, 2017. Domenico Rizzo sta invece lavorando sugli alimenti nelle cause di separazione.

Isabelle Chabot, La dette des familles. Femmes, lignage et patrimoine à Florence aux XIVe et XVe siècle, Roma, École française de Rome, 2011; Agnese Maria Cuccia, Lo scrigno di famiglia. La dote a Torino nel Settecento, Pisa, Pisa University Press, 2014; Beatrice Zucca Micheletto, Travail et propriété des femmes en temps de crise (Turin, XVIIIe siècle), Mont-Saint-Aignan, PURH, 2014. Segnalo anche il numero monografico di Cheiron (nn. 45-46, 23, 2006), curato da Guido Alfani e dedicato a Il ruolo economico della famiglia.

Edith Saurer, Amore e lavoro. Relazioni tra donne e uomini in età contemporanea (secoli XIX-XX), Roma, Viella, 2018.

Raffaella Sarti, Anna Bellavitis, Manuela Martini (a cura di), What is Work? Gender at the Crossroads of Home, Family, and Business from the Early Modern Era to the Present, New York – Oxford, Berghahn, 2018.

Si veda ad esempio Chiara La Rocca, Tra moglie e marito. Matrimoni e separazioni a Livorno nel Settecento, Bologna, il Mulino, 2009.

Sandra Cavallo, Artisans of the Body in Early Modern Italy: Identities, Families and Masculinities, Manchester, Manchester University Press, 2007; Benedetta Borello, Il posto di ciascuno. Fratelli, sorelle e fratellanze (XVI-XIX secolo), Roma, Viella, 2016. Sulla parentela spirituale, altrettanto vincolante, si veda Guido Alfani e Vincent Gourdon (a cura di), Spiritual Kinship in Europe, 1500-1900, Houndmills (Basingstoke), Palgrave Macmillan, 2012.

Maria Clara Rossi, Marina Garbellotti, Michele Pellegrini (a cura di), Figli d’elezione. Adozione e affidamento dall’età antica all’età moderna, Roma, Carocci, 2014; Marina Garbellotti, Maria Clara Rossi (a cura di), Madri e padri sociali tra passato e presente. Per una storia dell’adozione, Roma, Viella, 2016.

10 Ricordo i più recenti: Umberto Grassi, L’Offizio sopra l’onestà. Il controllo della sodomia nella Lucca del Cinquecento, Milano-Udine, Mimesis, 2014; Marzio Barbagli, Storia di Caterina che per ott’anni vestì abiti da uomo, Bologna, il Mulino, 2014; Umberto Grassi, Giuseppe Marcocci (a cura di), Le trasgressioni della carne. Il desiderio omosessuale nel mondo islamico e cristiano, secc. XII-XX, Roma, Viella, 2015; Umberto Grassi, Vincenzo Lagioia, Gian Paolo Romagnani (a cura di), Tribadi, sodomiti, invertite e invertiti, pederasti, femminelle, ermafroditi… per una storia dell’omosessualità, della bisessualità e delle trasgressioni di genere in Italia, Pisa, ETS, 2017; Fernanda Alfieri, Vincenzo Lagioia (a cura di), Infami macchie. Sessualità maschili e indisciplina in età moderna, Roma, Viella, 2018.

11 Marco Cavina, Nozze di sangue. Storia della violenza coniugale, Roma-Bari, Laterza, 2011; Cesarina Casanova, Per forza o per amore. Storia della violenza familiare nell’età moderna, Roma, Salerno Editore, 2016; Simona Feci, Laura Schettini (a cura di), La violenza contro le donne nella storia. Contesti, linguaggi, politiche del diritto (secoli XV-XXI), Roma, Viella, 2017; Eva Cantarella, Come uccidere il padre. Genitori e figli da Roma a oggi, Milano, Feltrinelli, 2017. Altro tema di attualità è quello del diritto all’anonimato della partoriente, a fronte della certezza della paternità e in conflitto col diritto del figlio a conoscere le proprie origini. Rinvio a Stefania Bartoloni, Daniela Lombardi (a cura di), La ricerca della paternità, numero monografico di “Genesis. Rivista della Società Italiana delle Storiche”, 17, 2018.